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L’età del ridicolo

Da qualche giorno Michela Murgia ha dato una notizia scioccante e dal momento che siamo “all’alba” di un futuro fatto di IA, nuovi lanci verso lo spazio e applicazioni che replicano, modificano e in alcuni casi interagiscono con noi, presupponendo quindi che con la conoscenza siamo molto avanti e non fermi al tempo della pietra, mi sarei aspettata un minimo di intelligenza emotiva mista a senso del pudore da parte di quei “noti” che tanto amano essere in presenza, anche, nei social  invece si è aperto un teatrino tipico della più bassa considerazione verso l’essere umano in generale che rappresenta benissimo l’ ipocrisia e la pochezza che caratterizza il momento.

https://www.instagram.com/michimurgia/

 

Analizzando il periodo storico che stiamo vivendo credo stia succedendo qualcosa e forse è arrivato il momento di dirlo a voce alta.

Sentir dire che l’uomo che rifà il letto abbassa l’eros… ecco, a questo punto mi cascano le braccia!

Se penso che questa frase non l’ho ripresa da un vecchio testo narrante la situazione socioculturale della donna a cavallo del 1800 ma è stata detta, a favore di nazione, all’interno di uno dei programmi di punta della nostra rete ammiraglia da una donna dei nostri tempi quindi che posso dire? Che forse il buon Elon Musk sbaglia a preoccuparsi del futuro del popolo italiano.

A pochi mesi dell’inizio del 2023 questa frase sprigiona il senso di arretratezza tipico della società del secolo scorso.

A rigor di logica mi si potrebbe dire che sono passati giorni da quando è stata detta, ma credo che sia così allarmante che meriti di essere ripresa.

Ho sempre creduto di non essere femminista o affine a nessun movimento che sottolinei le battaglie che il sesso femminile ha dovuto condurre per superare le difficoltà e le credenze che ci dipingevano come inadatte al mondo del lavoro e poco intelligenti per poter decidere liberamente cosa fare della nostra vita.

Ho sempre pensato che appartenendo ad una società evoluta parlare di battaglie delle donne fosse cosa da lasciare fuori dai, tanto sopravvalutati, tempi moderni. Io Credevo… povera sciocca.

Ho sempre avuto fiducia nella nostra capacità di miglioramento, ho sempre pensato che la nostra nazione fosse meglio di come, a volte, viene descritta.

Poi inizio a fare ricerca e tra tanto materiale vengo colpita da questo titolo.

Secondo La Repubblica (Vito de Ceglia 27 febbraio 2023) si fotografava una situazione poco edificante per le lavoratrici femminili perché su 334 mila posti coperti in più di un anno oltre 88% è affidato a uomini. L’occupazione femminile al 51,3%, sotto la media Ue.

Che meraviglia, ben svegliata a me.

Credo che al netto di tutte le opinioni o giustificazioni che si possano concedere al nostro paese sia arrivato il momento di dire Basta!

Una volta credevo, ingenuamente, o scioccamente che dir si voglia, che sentirmi chiedere al colloquio le mie intenzioni riguardo una potenziale gravidanza fosse una domanda “normale” anche se molto fastidiosa ed imbarazzante, altrimenti perché sentirla ad ogni colloquio?

Col passare degli anni, e dopo molte esperienze diverse, ho imparato che fino a quando le azioni non ledono il prossimo ognuno ha il diritto gestire la propria vita privata come meglio crede, in modo particolare noi donne che dai tempi della creazione del mondo siamo sempre state dipinte come totali incapaci di decidere, ragionare e gestire la propria vita.

Credo che oggi nessuna donna, indipendentemente dal livello culturale tolleri di sentirsi dire cosa fare, quando e come farlo e con chi, eventualmente, farlo.

Ma se tutte concordiamo su questo punto perché continuiamo a permettere a uomini, e non solo purtroppo, di ogni tipo di commentare e decidere se e quando abortire, quando e se lavorare, quanti figli avere.

E non venitemi a dire che siamo tutte uguali e che certe frasi vengono dette perché “credenti nella famiglia o per il bene delle donne” perché se così fosse si penserebbe che “famiglia”, nel suo senso più ampio, è anche l’aggregazione sentimentale di due o più soggetti indipendentemente dall’essere genitori e figli. Si saprebbe che il bene delle donne cambia sulla base del personale vissuto, vale a dire che quello che per me è buono per altre mie coetanee può essere sbagliato. Se concordiamo, logicamente, su questi punti allora decade il racconto fantastico “dell’uniformità imposta”

La democrazia, la libertà sono sacre ma in questo tempo si dimentica che non sono scontate.

 

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