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Acqua San Benedetto, perde in tribunale

Nel corso degli anni siamo stati abituati a pensare al cibo come forma di benessere senza, però, considerare quanto  possa risultare nocivo per nostra salute se assunto con leggerezza.
Dagli anni ‘80 fino al 2025, anno attuale, il mondo del food & beverage ha subito notevoli trasformazioni nelle ricette,  modificando quelle classiche in  elaborate per poi tradurle in delicate e arrivare a riportarle in “semplici”, insomma stravolgendo anche la tanto amata dieta mediterranea in qualcosa di altamente “rivoluzionario” per poi ammettere che cucinare e mangiare in modo semplice è la soluzione migliore se si vuole vivere in salute.
In particolare, in questi ultimi anni, quando si parla di nutrizione e quindi di cibo e bevande, si considerano diversi fattori come ad esempio la provenienza di un determinato alimento, il metodo di coltivazione insomma, tutto ciò che determina “sano” uno specifico prodotto prima di finire nel piatto e sulla tavola degli italiani.

Questo, però, non riguarda solo il mangiare ma, l’attenzione, comprende anche il settore del bere che, attraversando la “porta del benessere” ha visto crescere il fatturato talvolta a discapito della giusta informazione al cliente finale.

Nello specifico prendiamo come esempio l’azienda San Benedetto, leader nel mondo delle acque minerali con un fatturato annuale di 1 miliardo di euro che da qualche anno combatte una battaglia legale contro “il fatto alimentare”, magazine online dedicato al mondo del food, a seguito di due articoli datati 2022 che altro non fecero se non rendicontare quanto lo spot che vedeva Elisabetta Canalis testimonial fosse fuorviante.


All’interno dello spot interessato si faceva intendere che acqua San Benedetto potesse essere una valida alternativa alla colazione perché ricca di calcio e magnesio.
Noi però sappiamo che le acque in commercio nella GDO hanno tutte calcio e magnesio e comunque sia la prima colazione è un pasto fondamentale composto da diversi nutrienti importanti per il nostro corpo e la nostra salute.

Per completezza d’informazione preciso, però, che il tribunale di Venezia ancora una volta, prima volta nel 2023, ha rigettato i procedimenti portati avanti dall’azienda San Benedetto contro Aestetica Sovietica ed Il fatto alimentare, notizia completa www.ilfattoalimenatare.it

La domanda quindi è, perché succede tutto questo?
Nel corso degli anni siamo stati abituati a vedere il commercio e quindi la spendibilità economica come forma di benessere assoluto e nel circuito del “dare – avere” tutto quello che riguarda il messaggio pubblicitario ha preso una sembianza diversa trasformando il racconto dei benefit di un prodotto come assoluti rispetto ad altri competitor anche se, in realtà, sappiamo che non è così.
Tutto questo è stato reso possibile anche dalla poca volontà dell’utente finale di reperire informazioni supplementari, complete e talvolta di ragionare su quello che poteva essere il messaggio che stava vedendo o ascoltando in quel momento.

A questo punto potremmo tranquillamente dire che il benessere ha provocato quella “contro spinta” verso un’ignoranza quasi voluta dove ci si sofferma e si accetta silenziosamente qualsivoglia verità o idea anche se questa non sposa in pieno la realtà dei fatti.

cover: Instagram @littlecrumb

Elisabetta Canalis

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