Il periodo che stiamo vivendo ha purtroppo bloccato creatività, fantasia e sogni di molti di noi.
Il coronavirus non ha solo fatto sentire la sua presenza dal punto di vista della salute, con numeri spaventosi e tristi, ma dal punto di vista economico/commerciale ha dato uno stop.
Mentre prima della dichiarazione di pandemia globale eravamo tutti proiettati verso il futuro, da un certo punto di vista spaventoso ugualmente a causa dello smog e del cambiamento climatico, dall’altro eravamo su una barca economica che piano piano stava mostrando i suoi frutti lavorativi dando, a qualche categoria in particolare, il senso della crescita e del miglioramento dopo la crisi del 2008.
Il covid-19 ha dato un colpo d’arresto psicologico alla nostra nazione non solo perché ha riproiettato quelle che prima vedevamo come priorità di una vita a tratti noiosa, vedi ad esempio le stesse uscite ogni weekend, gli stessi incontri, gli stessi aperitivi, in un nuovo quadro che adesso sembra quasi mai esistito perché oscurato dalla paura di stare “troppo vicini” ma anche perché ci ha resi tutti uguali dal punto di vista della salute.
Se prima guardavamo al prossimo con diffidenza come un extraterrestre che con noi non aveva rapporti e agli anziani come una seccatura da evitare il covid-19, quasi come un giudice super partes, ha messo tutti sullo stesso livello “obbligando” l’essere umano a diventare “fratello del prossimo” nel nome della paura del contagio e quello che fino a pochi mesi fa era il tratto distintivo dell’italiano medio cioè il rapporto interpersonale fatto di abbracci e baci l’ha trasformato nella prima nostra debolezza portatrice di terrore.
Ma non solo.
Il mondo del lavoro nella sua totalità risente di questa assurda situazione, dove le domande si accumulano in cerca di risposte che forse non arriveranno mai, di spiegazioni che sembrano pazzesche e dubbi che non vogliamo esprimere per quanto ci sembrano bizzarri.
Poco importa che prima fossimo impiegati, imbianchini, scrittori o registi a questo punto siamo tutti uguali e tutti fermi ognuno all’interno della propria casa a riflettere su come ricominciare, a cercare di tenere i nervi saldi ragionando sul riprendere le redini delle nostre personali situazioni lavorative mantenendo alto l’umore, l’ottimismo e la voglia di investire.
Ma nel frattempo mentre aspettiamo un segnale, uno slancio, un’ispirazione che facciamo?
Un personale consiglio è quello dedicato all’uso dei social network dove in mezzo a qualche fake news si trovano perfetti estranei divertenti che con le nostre stesse paure e le nostre esatte incertezze cercano uno scambio di batture per alleviare la mente dai pensieri, proprio come cerchiamo di fare noi.
Perfetti sconosciuti ma così vicini a noi