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La mente torna indietro nel passato

Secondo uno studio condotto qualche anno fa è emerso che la nostra mente ogni giorno torna indietro nel passato.

Ogni giorno occupiamo la mente con 60.000 vecchi pensieri mentre i nuovi pensieri ammontano soltanto a 3.000.

Tutto questo sembra assurdo e leggendo così può sembrare impossibile perché ad una prima valutazione i nostri pensieri ogni giorno si dividono tra la vita personale e il lavoro, ma non sono in discussione i due contenitori principali della nostra mente bensì la tipologia di ricordi che in essi andiamo a pescare.

Puntualmente ogni giorno riprendiamo dalla nostra “scatola dei ricordi” la litigata o lo scambio di battute avuto in modo animato con il compagno/a nei giorni precedenti oppure lo scontro avuto a lavoro con un collega e su quelli continuiamo a “macinare” tutto il tempo.

Ma lo spazio per nuovi progetti? Le riflessioni su nuove possibilità?

Oramai è cosa risaputa che “corpo e anima” sono legati tra di loro e se vogliamo iniziare a navigare verso nuovi porti alla ricerca di quella serenità che delle volte sembra perduta allora, dobbiamo avere il coraggio di dirci le cose per come stanno davvero e, con buona pace, chiudere le porte del passato.

Quando parliamo di comunicazione non verbale alcuni segnali sono indicativi per capire se chi abbiamo davanti ha davvero vissuto una quotidianità consapevole, con una proiezione verso il futuro misurata oppure ha lasciato, con un falso sorriso, che la vita scorresse mentre riproiettava all’interno della propria quotidianità qualcosa che da molto tempo è rimasto indietro.

La domanda a questo punto è davvero d’obbligo, se ogni giorno ci limitiamo a riformulare un vissuto già passato cosa avremo nel nostro futuro?

Quando durante una consulenza mi ritrovo a dover affrontare questo punto mi accorgo di come il diretto interessato(a) non abbia mai valutato questo attaccamento come un problema per le relazioni amorose, nel caso di vita privata, e come non riesca a vedere come questo possa bloccare le possibilità in ambito lavorativo.

Fatto chiaro che solo modificando dall’interno se stessi si possono trarre i maggiori benefici viene richiesto uno sforzo, cambiare mentalità. Far propria la consapevolezza che ciò che è finito dev’essere degnamente sepolto sapendo che ha lasciato dei segni, di qualsiasi tipo essi siano, che servono per una crescita positiva e non ha bloccare la via verso la realizzazione di un futuro consapevole.

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